Inizia il viaggio nel mondo del tifo giallorosso al femminile con il racconto e le testimonianze delle protagoniste. Ciascuna con un vissuto, una storia, una prima volta che l’ha legata a doppio filo alle sorti del Catanzaro. Parole intrise di emozioni, ricordi, passione, competenza che ritraggono l’altra metà del pallone!
Ama il calcio giocato, è tifosa preparata ed esperta, adora vivere le partite nella gradinata insieme alla sua comitiva di amiche e, a casa, non disdegna lunghe chiacchierate e discussioni sportive con la “quota” maschile della famiglia. Paola Migliaccio, 56 anni, catanzarese, profondamente innamorata dei colori giallorossi fin da bambina. Professionista in carriera che la domenica invece del tailleur, sceglie dal guardaroba jeans e maglietta da abbinare alla sciarpa giallorossa. Spazza via ogni tipo di pregiudizio dimostrando di avere le competenze anche tecniche per leggere una partita. Racconta la sua lunga storia d’amore per il Catanzaro con il sorriso stampato sulle labbra, aprendo anche qualche cassetto dei ricordi. Correva l’anno 1984, era una brillante liceale quando insieme ad un nutrito gruppo di intrepide tifose diedero vita al “Commando Girls”. Una corposa rappresentanza del ‘’gentil sesso” che si ritagliava spazio sugli spalti della Curva “Massimo Capraro” per seguire, sempre in prima linea, le sorti della squadra: “Ricordo che in panchina sedeva Gibì Fabbri. Ogni domenica ci ritrovavamo al Ceravolo e durante la settimana nella sede del Catanzaro Club. Tra le componenti più attive c’erano Margherita Bovino, Aurelia Ciacci, Lidia Mazza, Mariagrazia Cuteri.
La denominazione così originale ce l’ha suggerita il nostro amico, dallo spirito rock e creativo, Piergiorgio Caruso. Come ogni gruppo di tifoseria organizzata che si rispetta segnavamo la nostra presenza esponendo lo striscione sulla balaustra e introducendo nello stadio (con più facilità degli uomini visto che la Polizia non ci controllava) qualche fumogeno che occorrevano per gli effetti scenografici”.
Quella di Paola è una delle tante storie che confermano che a Catanzaro, in linea con quanto è accaduto nella maggior parte delle città italiane, il calcio non è un hobby sociale atto a marcare la differenza di genere. Così come il racconto del suo affiatamento fin da piccola alla squadra attesta che sui Tre Colli la fede calcistica è una “questione ereditaria”: “La mia prima volta al Ceravolo fu a cinque anni. Mio padre portò me e mio fratello in tribuna. Con lui ho preso parte ai festeggiamenti su Corso Mazzini in occasione della storica promozione in Serie A. All’epoca ero solo una bambina, vestita di giallo e di rosso, contenta di partecipare ad una grande festa. Con il passare del tempo ho capito che quei momenti sono serviti per stimolare il mio senso di appartenenza”.
Con un salto temporale di circa cinquant’anni, dalle immagini nitide di quella sorta di Carnevale di Rio che ha inondato di energia tutta la città, Paola Migliaccio richiama un’altra indimenticabile esperienza collettiva per il popolo giallorosso. Questa volta si tratta di un traguardo storico recente: la promozione in Serie B ottenuta contro la Gelbison con cinque giornate di anticipo, domenica 18 marzo 2023, sul neutro di Salerno: “Quando sono arrivata al punto di ritrovo e ho visto così tanti tifosi in procinto di partire ho provato una sensazione indescrivibile. Poi sugli spalti in settemila…lo spettacolo che la squadra ci ha regalato in campo…un sogno che diventava realtà dopo tanti anni in chiaroscuro. Ho visto gli occhi bagnati dalle lacrime di gioia di tantissimi ragazzi, di tutta una generazione che ha dimostrato amore incondizionato per la squadra nonostante le pochissime soddisfazioni e le amarezze per gli insuccessi che si sono susseguiti, come una maledizione, nei tanti spareggi di Serie C”.
Qualche delusione l’ha vissuta anche Paola nel suo lungo percorso da tifosa: “Una che mi ha segnato profondamente è stata quella maledetta finale contro il Sora che ha macchiato la stagione 2000/01. Nonostante tutto non mi sono mai disaffezionata anche se per motivi personali per un periodo non ho potuto frequentare assiduamente lo Stadio.
Ritornare mi ha permesso di ritrovare la solita atmosfera familiare. Si percepisce l’unità di intenti e si condividono le emozioni come in nessun altro luogo. Quando ho rivisto amici che avevo perso di vista da anni, la sensazione è stata come se il tempo non fosse passato. Come se ci fossimo lasciati il giorno prima. È una magia rimasta immutata nel tempo e che non conosce cedimenti”.
Dopo Edi Bivi, Massimo Mauro e Massimo Palanca, a conquistare la simpatia e l’approvazione di Paola ci sono i giallorossi che stanno disputando l’attuale campionato: “Tra i miei preferiti Biasci, Fulignati e Vandeputte. Mi piace molto il rapporto che la squadra ha instaurato con la città e con il pubblico. C’è intesa e rispetto reciproco”. E poi a dimostrazione che il calcio non è una materia astratta per le donne, Paola azzarda anche un commento tecnico: “Vivarini punta molto sull’attacco ma bisogna creare le condizioni per essere più coperti in difesa. Sarà un campionato avvincente in cui non bisognerà mai calare la guardia. Non dobbiamo avere alcun timore reverenziale per gli avversari perché abbiamo le carte in regola per giocarcela con tutti”.
Continuerà a dimostrare il suo amore assoluto per le Aquile, quello che a volte ti fa sentire i brividi, anche in giro per l’Italia. Al Ceravolo ha già dato appuntamento ai colleghi “rivali” per il derby Catanzaro-Cosenza.
Rosita Mercatante per Tifosa Giallorossa