In città si è guadagnata l’appellativo di “Aquilotta” per il forte legame con la squadra della città. Gli impegni calcistici scandiscono la sua routine al punto da condizionare i suoi programmi a partire dalle 24 ore che precedono la partita
Alessia Brogneri, 34 anni, laureata in Scienze Pedagogiche, con la passione per il Teatro. Una ragazza solare, vivace, spumeggiante. La sua carta d’identità alla voce “segni particolari” dovrebbe riportare la dicitura “Tifosa giallorossa”. Il Catanzaro Calcio è parte di lei, è un tratto del suo essere.
Gli eventi sportivi delle Aquile scandiscono la sua routine al punto da condizionare i suoi programmi a partire dalle 24 ore che precedono la partita. Chi l’ha detto che solo i giocatori seguono particolari accorgimenti per il riposo e l’alimentazione prima di scendere in campo? Niente di più falso se si conoscono le abitudini di Alessia che pur di arrivare in forma per sostenere i giallorossi dal primo all’ultimo minuto di gioco segue un iter che prevede anche qualche rinuncia…: “Mi sento in clima partita già dalla sera prima e se in programma ci sono incontri particolarmente importanti, come il derby, resto a casa perché voglio arrivare riposata e carica di energia. Naturalmente non pranzo mai prima di andare allo Stadio perché ho lo stomaco chiuso per l’ansia”.
Parole che descrivono un coinvolgimento emotivo totale al punto che le emozioni si fanno sentire sulla pelle: “Sulla spalla ho il tatuaggio del pallone con la scritta US Catanzaro 1929”.
Per il Catanzaro fu amore a prima vista: “Avevo meno di quattro anni quando mio padre mi portò allo Stadio di Soverato per assistere ad un triangolare di beneficenza. Lì mi sono innamorata dei colori giallorossi. Il mio esordio al Ceravolo fu sempre in compagnia di mio papà in occasione dei Play Off. Da ragazzina ho continuato a frequentare la Tribuna insieme ad un gruppo di volontariato di cui facevo parte. Sentivo però che quel settore mi stava un po’ stretto e desideravo andare in Curva per dare sfogo a tutto il mio entusiasmo cantando e incitando la squadra. Così ho iniziato a fare le mie amicizie e ho coronato il mio sogno. Quello che mi attrae maggiormente è l’aspetto goliardico della partita. Infatti non riesco a seguire le azioni di gioco e mi accorgo dei goal per le esultanze collettive. A mente fredda guardo gli highlights per vedere cosa è successo in campo”.
Alessia Brogneri in città si è guadagnata l’appellativo di “Aquilotta”: “Esternando apertamente il mio attaccamento per il Catanzaro è venuto fuori questo nomignolo e non mi dispiace affatto”.
Come ogni tifosa che si rispetti ha i suoi rituali scaramantici da rispettare: “Indosso degli accessori giallorossi, dai braccialetti all’intimo. Esattamente un’ora prima della gara devo ricevere la telefonata di mio papà. Nel caso in cui si dovesse dimenticare, trovo il modo per ricordarglielo (ride!). Mi piace arrivare qualche ora prima della partita e sostare fuori dal Ceravolo per intrattenermi con gli amici. È un momento di incontro molto importante per me. E poi cammino molto per scaricare la tensione”.
Al seguito della squadra anche in trasferta: “I trasferimenti in autobus sono una bellissima esperienza. Non ci si rende conto neppure dei chilometri che si percorrono perché prevale la gioia di poter esserci e di condividere quel momento con gli amici. Tra i viaggi più belli ricordo quelli per raggiungere Fondi e Ischia qualche stagione fa”. Una gioia indimenticabile è legata alla prima trasferta: “Mia mamma ha organizzato una sorpresa e mi hanno portato ad Ascoli a vedere il Catanzaro che ha conquistato la promozione in Serie B. Era il 2004. Avevo 15 anni. Frequentavo le scuole superiori e quel giorno ho saltato il compito di inglese”.
Alessia ci racconta anche qualche pena d’amore per i giallorossi: “Le lacrime le ho versate sempre per i Play Off persi. In particolare ho provato un grande dispiacere per la sconfitta con il Sora nel 2001 perché ci abbiamo creduto fino alla fine”.
Ci sono oggetti per Alessia che assumono un valore inestimabile al punto da custodirli con cura nella sua cameretta: “Conservo i fumogeni usati su cui scrivo la data e la partita di riferimento: tra i più preziosi c’è quello che ho raccolto dopo la vittoria con il Cosenza dello scorso 19 novembre oppure quello dell’ultima partita casalinga della scorsa stagione. Poi ci sono bandierine, pezzi di coreografie. Spesso arricchisco il mio guardaroba con gli articoli del merchandising ufficiale”.
Sulla squadra che sta disputando l’attuale campionato: “Sono molto fiduciosa sulle potenzialità di questo gruppo. La Serie B è un mondo completamente diverso. Anche quando abbiamo perso con il Parma non mi sono arrabbiata perché comprendo che questo è un torneo competitivo e si possono rimediare anche sconfitte nette. Sognare non costa nulla ma l’obiettivo deve essere quello di mantenere la categoria e non fare l’errore della stagione 2005-2006”.
Tra i suoi idoli del passato c’è Re Giorgio Corona di cui ha ammirato le gesta in campo mentre la devozione per Massimo Palanca l’ha ereditata dalla vecchia generazione di tifosi. Tra i preferiti di oggi c’è Jari Vandeputte e Pietro Iemmello.
L’appello di Alessia è rivolto ai più giovani: “Non perdetevi questa opportunità. Le emozioni che regala la squadra della propria città sono uniche. È un’esperienza da vivere che ti consente di intrecciare un legame forte con la comunità e di entrare in contatto con tante persone con cui condividi degli interessi oltre alle origini. Se si inizia a frequentare lo Stadio, di sicuro non si può rimanere impassibili”.
Rosita Mercatante per Tifosa Giallorossa