Negli anni Ottanta fu una delle fondatrici e leader del gruppo organizzato Commando Girls che nel giro di poco tempo ha arruolato oltre venti “donne militanti”
Travolta dall’amore del popolo giallorosso. Quello che ogni domenica animava le vie del quartiere Stadio dove Margherita Bovino abitava insieme alla sua famiglia. Aveva dieci anni quando si posizionava sul balcone di casa per sbirciare oltre le mura del Ceravolo: “Eravamo al sesto piano di un palazzo alle spalle del settore distinti e attraverso lo spazio vuoto lasciato da una gradinata incompleta riuscivo a intravedere il pubblico della Tribuna Est e un pezzo di campo. Da quello scorcio avevo imparato ad interpretare le reazioni dei tifosi per capire cosa stesse succedendo in campo”. Erano gli anni Settanta, anni gloriosi per la storia calcistica catanzarese, e il sogno di Margherita era quello di trovare un posto su quei gradoni sempre affollati in ogni ordine e grado per sostenere la squadra che faceva sognare l’intera regione e i numerosi calabresi emigrati che da ogni parte del mondo seguivano le sorti delle Aquile.
Un sogno che si avverò l’11 giugno del 1978. Una giornata storica per i giallorossi ma anche per Margherita Bovino che era finalmente lì, tra i 30mila tifosi accorsi al vecchio Militare per assistere alla gara vinta contro il Como che valse al Catanzaro la terza e ultima (finora) promozione nella massima serie: “Da allora ho dovuto aspettare qualche anno prima di iniziare a frequentare assiduamente la Curva. Dopo essere diventata maggiorenne la mia presenza sugli spalti è stata costante trascinando con me amiche e le mie sorelle”.
Nessun passaggio di consegne da parte delle figure maschili della famiglia per Margherita Bovino che ha imboccato la strada del tifo giallorosso assecondando esclusivamente il fascino che quell’ambiente esercitava da sempre su di lei: “Un interesse e una simpatia di cui anche i miei genitori si sono sempre meravigliati. Mio padre seguiva le partite in Tribuna da sportivo ma non era un tifoso accanito”.
Oggi medico nefrologo, Margherita racconta di avere un debole per il calcio che ha anche praticato a livello amatoriale nel ruolo di terzino destro. Un carattere determinato che le è servito per assumere la leadership di un gruppo organizzato di tifose, il Commando Girls che fondò insieme ad un’altra appassionata, Aurelia Ciacci, e che nel giro di poco tempo ha arruolato oltre venti “donne militanti”: “L’idea è nata frequentando il Catanzaro Club e trovammo l’appoggio incondizionato del Presidente Franco Rotella. Il fattore interessante per quell’epoca – erano gli anni Ottanta – è stato ottenere la partecipazione al progetto da parte di tante ragazze, di diverse età, che si sono fatte trovare pronte. Ogni domenica, con la pioggia o con il sole, eravamo in Curva a sventolare la nostra bandiera. La nostra presenza era stata ben accettata da tutti. Non ricordo mai un sopracciglio sollevato in segno di disappunto o battute ironiche o denigratorie dirette a noi. Sicuramente a farci strada c’era anche la nostra convinzione in ciò che facevamo”.
Il tifo catanzarese ha sempre avuto una connotazione inclusiva: “Da ragazza ho sempre visto le donne seguire la partita in Tribuna e ci venivano perché erano interessate alla partita e non per fare compagnia ai mariti”.
Il racconto di Margherita spazia dalle amicizie nate allo Stadio alle emozioni vissute in quasi cinquant’anni trascorsi a sostenere la squadra. Oggi si gode il magico momento del suo amato Catanzaro: “Già dallo scorso anno la città e la squadra hanno un cuore che batte all’unisono. Un grande merito va riconosciuto al tecnico Vivarini che ha dato fiducia ai giocatori giusti e ha favorito la coesione del gruppo capace di emozionare e trascinare il pubblico. Si è creato un feeling speciale e unico”. Una bella squadra che, secondo Margherita, non ha nulla da temere neppure contro le corazzate del Campionato e che oltre ai già affermati Scognamillo e Vandeputte, può trovare nuova energia con Katseris e Pontisso.
Si inorgoglisce parlando di giocatori come Palanca, Banelli, Nicolini, Ranieri per cui nutre profonda ammirazione anche per l’impronta umana che hanno lasciato in città e con senso goliardico si proietta all’imperdibile appuntamento del derby con il Cosenza: “Sarò in Tribuna Ovest a tifare come ogni domenica con lo sguardo rivolto alla Curva dove ha trascorso degli anni indimenticabili”.
Rosita Mercatante per Tifosa Giallorossa