Un capitolo della sua vita personale è a tinte giallorosse: l’amore per suo marito Paolo è sbocciato proprio tra i gradoni della Curva dove è arrivata anche la proposta di matrimonio
Un palcoscenico avvolto da luci, colori, bandiere. Cori, applausi e fumogeni a scaldare l’atmosfera. Una bambina di nove anni spalancava gli occhi per godersi lo spettacolo, rimanendone completamente ammaliata. Erano gli anni Novanta e lo Stadio Ceravolo straripava di entusiasmo e di gesti di incitamento per quel gruppo di giocatori che vestivano i colori della città.
Assistere a quella partita insieme a suo zio fu per Ester Pugliano l’inizio di un percorso mai interrotto: “Ho provato un’emozione indescrivibile che mi ha lasciato il segno. Da allora non sono più riuscita a fare a meno di quella dose di adrenalina che mi regalava quel luogo” ricorda con la contentezza di chi – grazie ad un episodio fortuito – ha avuto l’opportunità di trovare una motivazione trascinante che ha contrassegnato i momenti più significativi della sua vita. “Da adolescente ho iniziato a frequentare in maniera assidua la Curva con la mia comitiva di amici. Ogni domenica la partita del Catanzaro era un appuntamento fisso. Avevo diciannove anni quando ho fatto l’esperienza della prima trasferta: ad Ascoli Piceno quando riconquistammo la Serie B” racconta Ester.
Anno dopo anno si delinea in maniera sempre più netta il suo ruolo di tifosa militante e si integra con fermezza nel movimento Ultras: “Un mondo al maschile in cui io ho trovato il mio spazio. Come accade in svariati ambiti della società, ad esempio quelli lavorativi, una donna deve farsi valere, deve riuscire a crearsi i propri spazi dimostrando di avere delle idee proprie e valide. Ad aiutarmi è stata la mia determinazione e un temperamento forte. Amo le sfide e i pregiudizi non mi hanno mai fermata”. È così che oltre al lavoro di operatrice telefonica, Ester inserisce nella sua routine anche le attività programmate dal gruppo degli UC: “Il contributo che una donna riesce a dare in un contesto di questo tipo non è solo quello di allestire le coreografie quando serve usare ago e filo. Possono risultare preziose le capacità relazionali o il tatto nel gestire alcune situazioni in cui è necessario essere equilibrati” afferma dichiarandosi orgogliosa dell’impegno preso per portare in lungo e in largo per l’Italia i colori della sua città.
Colori che hanno tinto anche un capitolo della sua vita personale: l’amore per suo marito Paolo è sbocciato proprio tra i gradoni della Curva dove è arrivata anche la proposta di matrimonio al termine del derby vinto con il Cosenza di qualche anno fa: “Ha pensato bene di sfruttare l’occasione in cui ero euforica per il risultato sportivo e non potevo che dire di sì (ride)” ironizza Ester visibilmente emozionata nel rispolverare quel ricordo.
“Ci siamo conosciuti perché facevamo entrambi parte del gruppo Ultras. Dopo qualche anno ci siamo scelti. Per questo motivo Paolo il giorno della promessa mi ha fatto trovare uno striscione allo Stadio con una bellissima dedica d’amore. È stato un modo per celebrare un momento di grande gioia in un luogo dove ospita la nostra comune passione”.
Spende anche qualche parola per esaltare l’esperienza della condivisione e dell’amicizia sperimentata frequentando i gruppi di tifoseria organizzata: “Far parte di questo mondo mi ha dato anche la possibilità di conoscere delle belle persone e di instaurare solide e preziose amicizie”.
Il calcio ha sempre esercitato una grande attrattiva su Ester Pugliano al punto che da ragazza partecipava ai tornei di quartiere sognando di poter far parte di una squadra in ambito professionistico.
Il viaggio nel mondo a tinte giallorosse di Ester si sposta, poi, su qualche immagine del passato: “La squadra che mi è rimasta nel cuore è quella che ha ottenuto il salto di categoria dalla C2 a C1. Era l’era del Presidente Cosentino e sulla panchina c’era l’allenatore Ciccio Cozza. Era un gruppo di giocatori che hanno lottato fino alla fine con grande convinzione. Il calciatore a cui mi sento più legata è Giorgio Corona che ci ha regalato grandi gioie. L’ammirazione per Palanca mi è stata tramandata”.
Sul presente: “Quella di adesso è una bella squadra che potrebbe funzionare ancora meglio rinforzando la difesa. Le sconfitte sono normali perché ci stiamo misurando con un campionato nuovo e diverso da quello dello scorso anno”.
Infine, l’invito ai catanzaresi di “amare di più la propria città e di sostenere la squadra anche quando le cose non filano lisce e non c’è molto di cui vantarsi”.
Rosita Mercatante per Tifosa Giallorossa