Per Tifosa Giallorossa documenta con le immagini la presenza femminile al Ceravolo immortalando con la sua Nikon i volti delle supporter prima e durante le partite.
I ricordi dolci dell’infanzia, trascorsa in una città che si aggrappava ai successi calcistici per credere in se stessa, le riaffiorano alla mente ogni qualvolta allo Stadio Ceravolo il suo sguardo si ferma sulla scena di una bambina che stringe la mano del papà. La pellicola si riavvolge a quando, sul finire degli anni Settanta, anche lei trascorreva così le domeniche pomeriggio, prendendo parte a un evento che coinvolgeva l’intera comunità.
Non ha perso quell’entusiasmo Giovanna Mangialardi, 55 anni, impiegata nel settore amministrativo contabile di un’azienda e fotografa amatoriale, che continua ad assistere alle partite del Catanzaro proseguendo un’importante tradizione di famiglia. “Io e i miei fratelli – racconta – abbiamo sempre avuto una grande confidenza con il mondo calcistico grazie alla passione di mio padre che ha ricoperto anche il ruolo di presidente per una società locale. Era un grande tifoso giallorosso e fin da piccola mi ha trasmesso la fiducia che alimentava il suo rapporto con la squadra”. Ma il Catanzaro a quei tempi faceva parte dell’esperienza di tutti, aveva un ruolo nella quotidianità di adulti e bambini: “Era naturale seguire gli eventi dei giallorossi ed entrare in contatto con quell’ambiente. Anche perché i giocatori vivevano la città, frequentavano i negozi, i bar, con garbo e affabilità si fermavano per strada a parlare con la gente” prosegue Giovanna che di quel periodo conserva una maglia autografata dai big della massima serie tra cui Massimo Palanca che, nella sua “piccola Parigi”, era diventato cliente abitudinario della pasticceria della famiglia Mangialardi situata nel quartiere San Leonardo.
Quella che Giovanna Mangialardi osservava con gli occhi di una bambina di sette anni fu l’epoca della grande euforia per la conquista della promozione in serie A, la seconda nella storia giallorossa, centrata da una delle squadre più amate di sempre: il Catanzaro di Pellizzaro, Ranieri e Spelta, di Braca, Silipo e Banelli, di Improta, e naturalmente di Palanca. Quella del Dirindin-Dirindindà: “Ricordo che chiunque intonavano questo motivetto. Dai balconi, per le vie del centro, nei locali. Era diventato il ritmo dell’allegria e della spensieratezza che ha contagiato in maniera trasversale tutto l’ambiente, lasciando delle tracce indelebili”.
La sottoscrizione dell’abbonamento nell’ultima stagione ha permesso a Giovanna di rinnovare un sentimento ancestrale: “La riscoperta dell’esperienza del tifo sugli spalti – prosegue – è avvenuta dietro la spinta di mio figlio che ha 28 anni e segue la squadra da sempre. È diventata, inoltre, l’occasione per alimentare la mia passione per la fotografia. Ho sentito l’esigenza di raccontare con le immagini le emozioni che mi suscitava il contatto diretto con la tifoseria. In particolare volevo che tutti percepissero la tenerezza che si prova osservando un padre e una figlia che, fianco a fianco, guardano nella stessa direzione e incitano la stessa squadra. Sono tornata bambina e ho rivissuto momenti indimenticabili” confessa Giovanna Mangialardi che con occhio sensibile si è occupata anche di documentare la presenza delle donne allo Stadio per il progetto Tifosa Giallorossa.
Tanti i volti femminili che ha immortalato, prima e durante le gare casalinghe, componendo le sequenze di un evento coinvolgente per la quota rosa della tifoseria: “Ho incontrato donne consapevoli, attente, che tifano senza smettere di esprimere tutta la propria femminilità. Donne di grande energia che coinvolgono le loro famiglie e i figli in situazioni di cui sono protagoniste”. Ha puntato l’obiettivo sui gradoni della tribuna ma anche per le vie del quartiere Stadio dove è palpabile la tensione in attesa della gara entrando in connessione con quel mondo: “Prima di scattare una foto ho cercato sempre di creare empatia con chi mi stava di fronte ponendomi con rispetto e cercando di cogliere la spontaneità di quei momenti. Sono grata a chi in qualche modo si è fidato di me e mi ha permesso di raccontare parte della propria vita”.
Rosita Mercatante per Tifosa Giallorossa