Valeria Barberio, sostiene la squadra per dimostrare il suo affetto alla città

La partecipazione alle partite annulla ogni forma di classismo: “Sui gradoni della curva, sotto la stessa bandiera, siamo tutti uguali”. Il suo messaggio alle donne: “Lo Stadio è un ambiente stimolante dove poter intrecciare relazioni nuove e rinsaldare vecchie amicizie”.

Nella sua vita non c’è spazio solo per i figli e il lavoro. Ci sono anche gli amici e il Catanzaro calcio. Due elementi interconnessi che si alimentano reciprocamente. Valeria Barberio, 52 anni, collaboratrice in uno studio legale che ha sede nella sua città, parla dell’amore per il club giallorosso con disinvoltura, come si riesce solo quando si condivide qualcosa che fa parte della propria intima natura, della propria essenza. Per lei lo Stadio rappresenta il luogo ideale dove esprimere l’espansività ed esaudire il desiderio di intrecciare relazioni nuove. “Lo trovo un ambiente molto stimolante che può offrire tanti vantaggi, soprattutto alle persone propense ad ampliare la propria cerchia di conoscenze” spiega Valeria, che negli anni vissuti sui gradoni della “Capraro”, oltre che di un groviglio di emozioni e ricordi, si è arricchita di tante belle e preziose amicizie: “Qualcuna è sbocciata proprio durante le partite, qualche altra si è, invece, rafforzata. Quando tifi per la stessa squadra, hai la sensazione di conoscere da sempre chi ti sta vicino” aggiunge la tifosa giallorossa.
Descrive l’esperienza della partecipazione dal vivo alle partite di calcio come un momento ricreativo e aggregativo di cui nessuno dovrebbe privarsi, soprattutto quando la realtà cittadina non offre molte occasioni di coinvolgimento collettivo: “L’evento sportivo permette di stare tutti insieme senza distinzione sociale – prosegue. Ogni forma di classismo viene annullata e chiunque può esprimere il proprio sentimento per la squadra come meglio crede, senza sentirsi mai giudicato”.

A prescindere dal fatto che tu sia un appassionato di calcio o meno, se vivi a Catanzaro è quasi praticamente impossibile rimanere immune alla squadra. “A maggior ragione se cresci in una famiglia che professa la fede giallorossa” spiega Valeria che un giorno, sul finire degli anni Sessanta, chiese a nonno Salvatore di portarla allo Stadio: “Quando ero bambina, la domenica si respirava un’aria elettrizzante a casa. Ero molto curiosa di scoprire da vicino quel mondo. Vedevo tutti molto coinvolti. Gli uomini della famiglia si preparavano per andare a sostenere la squadra come si fa per un appuntamento importante, mentre le donne vivevano questa passione un po’ di riflesso: per loro affacciarsi alle finestre a osservare cercando di captare le esultanze e l’umore dei passanti era un modo di partecipare. Qualcuna varcava la soglia dello Stadio quando durante il secondo tempo venivano aperte le porte”. Di quel flusso umano che invadeva le vie del capoluogo ogni qualvolta i giallorossi entrano sul verde smeraldo dello stadio Ceravolo, Valeria Barberio ha una sequenza di immagini ben impresse nella memoria che si combinano, ancora oggi, con elementi di forte suggestione.

Dopo quell’iniziale innamoramento da bambina, il rapporto con la squadra ha subito tanto cambiamenti fino a consolidarsi una decina di anni fa, quando ha iniziato ad accompagnare suo figlio agli allenamenti della scuola calcio. “Oggi è un legame più maturo, più consapevole. Mi appassiona il mondo sportivo e, allo stesso tempo, apprezzo la funzione terapeutica di esprimere apertamente le emozioni. Ma c’è anche molto altro – confessa Valeria Barberio. Per me oggi sostenere la squadra significa alimentare il senso di appartenenza alla città. Catanzaro è bistrattata anche da noi catanzaresi e il tifo si tramuta in un gesto di affetto, quasi come fosse una carezza, un modo per prendersene cura, per far sentire che nonostante tutto ci teniamo”.
Con il suo outfit “total black” e la sciarpa al collo, ogni domenica è una “donna di curva” che non si fa scoraggiare da affermazioni come “che parli a fare? Sei una donna, non capisci nulla di calcio”, con cui qualche volta si è sentita apostrofare. Eppure resta dell’idea che “la partecipazione attiva delle donne serve ad annullare ogni disparità perché non esistono cose per uomini, da cui la donna deve essere esclusa. E il mondo del pallone è di tutti”.

Ha la sua opinione su ciò che accade in campo e spesso la condivide sorseggiando un caffè al bar con i tifosi che le capita di incontrare: “Abbiamo vissuto un’era magica con il gruppo che ci ha portato in Serie B. Adesso si sta scrivendo un nuovo capitolo, la squadra si amalgamando ed è un processo che richiede tempo. L’entusiasmo del popolo giallorosso non si è mai affievolito”.

Nell’album dei giocatori preferiti trova posto l’indiscutibile Palanca che definisce “uno di famiglia e non solo perché somigliava allo zio che per emularlo si era fatto crescere i baffi” , poi ci sono Cunzi, Cianci, Vandeputte, Iemmello e Compagnon.

Rosita Mercatante per Tifosa Giallorossa

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